giovedì 9 dicembre 2010

Questione morale

Negli ultimi mesi nel linguaggio della politica è tornata di grande attualità la questione morale, soprattutto in rapporto a fatti di cronaca che hanno colpito la pubblica opinione sia a livello locale che nazionale per il coinvolgimento di personaggi politici in scandali a sfondo sessuale, logge massoniche, conflitto di interessi, corruzione, malversazione, concussione, mafia e via dicendo.
Di questione morale si era molto parlato anche all’inizio degli anni Novanta quando, a seguito del fenomeno di Tangentopoli venne allo scoperto un sistema di corruzione e malgoverno diffuso a livello nazionale che aveva comportato nel corso degli anni un notevole esborso di risorse pubbliche.
Il debito pubblico all’inizio degli Anni Novanta era stato di oltre il 100% mentre a fine anno 2009 si prevede il picco del 114-115% (il debito pubblico a maggio 2009 ha raggiunto quota 1.752,2 miliardi di euro)!!
Da quanto detto fin qui sorge una domanda: cosa dobbiamo considerare davvero rilevante quando parliamo di questione morale?
Se è pur vero che in questi ultimi mesi le notizie di scandali privati hanno rischiato di oscurare più gravi problemi sociali ed economici, sarebbe opportuno discutere di regole etiche in politica ed economia rendendole operative.
Una citazione di Machiavelli diceva che “la politica è diversa dalla morale”, tuttavia la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tre sfere di azione, ed in concreto e a monte di queste differenziazioni esiste la singola persona umana.
Nell’eterna distinzione tra persone perbene e ”permale”, in questo nostro tempo e così oggi come ieri, i perbene diminuiscono mentre i “permale” crescono, prosperano e comandano.
C’è purtroppo la diffusa convinzione che tutto sia lecito, basta non farsi scoprire. Dall’evasione fiscale alle raccomandazioni, ai concorsi truccati in ogni campo, il senso cinico ha avvolto e logorato il senso civico.
C’è la necessità di un ritorno ad una moralità politica ed economica e a regole rispettate da parte di tutte le “persone perbene”.

lunedì 6 dicembre 2010

Israele: fosforo bianco sulla scuola dei rifugiati‏

Pubblico le foto che mi sono state inviate da mio carissimo amico impegnato e molto sensibile a tutte le problematiche relative alle guerra e al sociale in genere.
Fosforo bianco israeliano sulla scuola UNRWA a Beit Lahia - Gaza.
C'e' ancora qualcuno che pensa che le guerre di Israele e USA in Palestina, Iraq e Afghanistan siano giuste?
E se fossimo stati noi sotto quelle bombe?
Abdullah al Trash

Why did “Goldstone Gaza Report” accused Israel of committing war crimes ???
The below photos are not a Movie Shooting or Celebrating a festival with crackers... it’s a school in Gaza ..  this is the current situation of the innocent people in Gaza!
Make sure you read till last to know what is white phosphorus! and the effect! 
( UNRWA SCHOOL IN BEIT LAHIA, GAZA , PALESTINE ) 


Porto Recanati De Magistris Luigi 04.11.2010 (1).AVI

Famiglie in crisi

Un dato sorprendente riguarda la ricca valle del Metauro: Fano, terza città  marchigiana per dimensioni, ha ottenuto un altro primato, stavolta ben più triste: risulta essere la terza città marchigiana per crescita del tasso di disoccupazione. ( Fonte: www.viverefano.it ultimo accesso:31 Ottobre 2009). Da uno studio dell’Istat “Reddito e Risparmio delle famiglie e profitti delle società” emerge che, per effetto della crisi economica il reddito lordo disponibile delle famiglie italiane nel II trimestre 2009 in valori correnti è diminuito dell1% rispetto al trimestre precedente. Il dato ci appare in tutta la sua consistenza se consideriamo la perdita in valori assoluti: 11 miliardi di Euro.

Gli effetti che da ciò scaturiscono sono una generale diminuzione dei consumi (-0,5%) e la difficoltà crescente di risparmiare, ovvero di “mettere da parte” un piccolo capitale da destinare agli imprevisti della vecchiaia, attitudine peraltro molto ben radicata nelle abitudini e negli usi delle famiglie italiane.
Anche nella nostra regione la crisi economica ha prodotto i suoi effetti e ha imposto la necessità di rivedere il cosiddetto “modello Marche”, basato sull’operosità delle piccole e medie imprese e degli artigiani.
tremontiIn questo scenario le tipologie familiari più a rischio di povertà sono le famiglie con uno o due figli minori, le coppie con il capofamiglia di 65 anni o più, le famiglie monogenitoriali.  ( “Dossier statistico 2008”  a cura della Presidenza Regionale Gruppo Volontariato Vincenziano nelle Marche in www.gvvmarche.it ultimo accesso 31 Ottobre 2009).
Dal dossier emerge inoltre che, per rilevare le reali  condizioni  di vita delle famiglie marchigiane si sono considerati indicatori quali la difficoltà ad accedere ad alcuni servizi essenziali come acqua, cibo, luce, gas, telefono e cure mediche. La percentuale di famiglie in crisi risulta essere inferiore alla media nazionale e a quella relativa ad altre aree dell’Italia centrale, tuttavia anche da noi si pongono serie emergenze.

Politica

La politica di per sè non è “sporca” come molti pensano. Semmai lo sono talvolta i politici…
La politica è una cosa nobilissima: il modo con cui il popolo (famiglie, aziende…) sceglie più o meno collettivamente, le regole che ne scandiranno la vita.
La politica italiana è spesso incomprensibile, fatta di pettegolezzi, complotti, parole fumose, perchè chi non è compreso non può essere discusso.
Alla fine la politica risulta essere lontana per il fatto che i politici finiscono per apparire lontani, disinteressati ai problemi reali.
In Italia devono prevalere legalità, trasparenza, informazione accompagnati da investimenti in innovazione tecnologica, ecosostenibilità e sicurezza.
Oggi non è così perché decisioni ed operato dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni sostenuti da lobby di potere e da una società sostanzialmente corrotta, ci spingono sempre più lontano dal raggiungere questi obiettivi.
Oggi siamo i primi per frodi nella gestione dei finanziamenti, gli unici ad inviare indagati e condannati in Parlamento, a non intraprendere attività ecosostenibili, a non sviluppare nuove tecnologie e ricerca…… non basterebbe lo spazio per indicare tutte le non “conformità” del nostro bel Paese.
L’Italia negli ultimi anni si è isolata dall’Europa con leggi come il Lodo-Alfano, il decreto salva-Rete4, il bavaglio alle intercettazioni, la riforma della magistratura, i tagli della ricerca scientifica.
Dall’altra non ha dato seguito alle sentenze della Corte di giustizia europea che prevedono, oltre alle sanzioni economiche, un danno all’immagine del Paese che si traduce in perdita di prestigio internazionale e la fuga di investimenti e capitali stranieri.

Legalità

In base alla definizione il principio di legalità è ciò che è conforme e ordinato dalla legge. Molto spesso se ne parla come di un principio astratto, mentre esso è legato alla vita di ciascuno di noi in maniera strettissima ed ha ricadute sui nostri comportamenti quotidiani. Quante volte abbiamo dovuto far valere un nostro diritto calpestato? Quante volte ci siamo scontrati con i prepotenti nella vita di tutti i giorni? La legalità parte quindi dal basso, dal rispetto delle regole nelle piccole cose della quotidianità. Per questo è importante farci orientare da questo principio ed è importante che se ne facciano orientare i nostri politici nel loro agire. Obiettivo della politica è quello di soddisfare le necessità del maggior numero di persone, mentre il più delle volte, sull’interesse generale prevale l’interesse di pochi. Così si disattende il principio di legalità che, al contrario, vuole che i problemi vengano risolti nell’interesse di tutti. Solo così infatti si dà fiato al cambiamento e al progresso, solo così si costruisce il futuro nostro e dei nostri figli.

Crisi dello “Stato del Benessere”

La società europea, e quella italiana in particolare, è stata tradizionalmente impostata sul sistema economico chiamato del welfare state = stato sociale o stato assistenziale.
Un sistema che si riprometteva di erogare a tutti i cittadini, indistintamente, dall’alto, una protezione assistenziale che li garantisse in ogni situazione della vita: ospedali per tutti, pensioni per tutti, scuola per tutti… non vi ricordano qualcuno queste frasi?
Ma la situazione economica dei Paesi occidentali, in questi ultimi anni, è profondamente cambiata e il Welfare State, ha cominciato a mostrare i suoi limiti e le sue carenze.
Come progettare  quindi una strategia di risposta alternativa allo stato assistenziale, attraverso la quale poter affrontare questo periodo di grave emergenza economica?



CONTRASTO DELLA CRISI
  • Migliorare la macchina amministrativa locale verso un suo migliore funzionamento in termini di trasparenza ed efficacia. Si deve pretendere che il Comune come prima Azienda del sistema sia in grado di contribuire effettivamente alla generazione di valore per il territorio;
  • Semplificare l’organizzazione le procedure all’interno della pubblica amministrazione attraverso la completa informatizzazione e la massimizzazione nell’uso degli strumenti informatici.
  • Consolidare e potenziare il tessuto imprenditoriale locale incentivando la crescita delle PMI ( Piccole e Medie Imprese) e aiutando quelle in crisi, con formazione di distretti e gruppi di imprese, per facilitare l’accesso al credito e rafforzare le agglomerazioni esistenti con la riqualificazione delle aree industriali e produttive;
  • Potenziare le capacità di espansione delle imprese in mercati extraregionali ed internazionali;
  • Promuovere il lavoro e l’imprenditoria giovanile, che oramai è praticamente ferma!!
  • Acquisire  fondi europei e nazionali (per finanziare progetti infrastrutturali e sociali) che rimangono inutilizzati per carenza di progettazione.
  • Concentrare in un’unica società la gestione dei servizi per controllare meglio i risultati complessivi e la qualità, azzerando gli organi amministrativi e i relativi costi.
  • Investire  in energie alternative per gli uffici comunali.

Anziani

Che cos’è l’anzianità? Pensandoci mi vengono solamente in mente immagini tristi e di graduale declino, di lento approssimarsi alla morte.
In una società come la nostra, dove scienza e medicina hanno permesso fortunatamente il prolungarsi della vita, gli anziani sono in continuo aumento, ma di pari passo la politica e le istituzioni non stanno garantendo maggiori supporti a questa consistente categoria spesso volutamente ignorata o addirittura dimenticata.
Noi che siamo pronti a scandalizzarci quando sentiamo parlare di razzismo, di discriminazioni economiche e territoriali, ebbene noi che siamo tanto sensibili ai problemi di coloro che sono lontani, non riusciamo a concepire  una migliore politica per la terza età!!
Non sono forse i vecchi, in gran parte, degli emarginati, degli esclusi dalla nostra società? Una persona anziana infatti, che non è in grado di vivere da sola, perché economicamente non è autosufficiente o è incapace di camminare, di mangiare, di vestirsi senza l’aiuto degli altri, se non può godere dell’assistenza sollecita di familiari o di volontari caritatevoli, non ha altra scelta che rientrare nella massa anonima e grigia dei ricoverati di un ospizio, ove trascorrerà penosamente gli ultimi anni della sua vita. Ma è giusto che la società abbia rispetto e considerazione dell’uomo soltanto quando questi lavora e guadagna? Si è veramente utili ed importanti solo se produttivi?
La politica si sta isolando nel proprio egoismo e senza assumersi le proprie responsabilità continua a non aumentare il proprio contributo per un mutamento del sistema sociale.
In Italia che si fa per gli anziani?
Basta fare un confronto con la vicina Francia per capire quanto in Italia siamo carenti: in Francia oltre i 65 anni non si può essere sfrattati, lo stato contribuisce a pagare affitti, trasporti pubblici, canone della tv e del telefono; Gli anziani, oltre a non pagare medicinali e cure gratis a domicilio,d’inverno,ricevono supplementi per il riscaldamento, possono entrare senza pagare nei musei e vengono difesi d’ufficio, cioè senza spese in tribunale, da un avvocato dello Stato.
E’ giusto quindi che l’Italia guardi all’Europa per una lezione di civiltà attraverso la quale garantire ai nostri padri e ai nostri nonni, che tanto hanno lavorato in gioventù per garantire a noi il benessere di cui godiamo, il diritto sacrosanto ad una vecchiaia serena.

Sicurezza

Ad oggi la sicurezza é diventata una parte importante della nostra esistenza, sentirsi tranquilli e sicuri rende la nostra vita molto più serena.
Proibire a terzi di violare i nostri spazi ed i nostri dati é lo scopo minimo che bisogna saper garantire.
Negli ultimi tempi sono balzati alle cronache fatti delittuosi che ci hanno allarmato e hanno sollevato ampi dibattiti nella pubblica opinione.
Quante volte abbiamo letto di donne aggredite nel buio di stradine isolate o di anziani soli, spesso raggirati all’uscita degli uffici postali da truffatori interessati alle loro pensioni?


Il sentimento più diffuso è di paura mista ad indignazione. Mai come in questo momento sentiamo il bisogno di essere protetti. Per garantire il diritto alla sicurezza bisognerebbe pianificare un progetto di controllo del territorio accurato e capillare affidato agli agenti di Polizia.

Protezione soggetti socialmente più deboli

Negli ultimi anni si è molto parlato di globalizzazione, di apertura dei mercati, di allargamento degli orizzonti economici.
Alcuni sociologi hanno studiato questi profondi mutamenti sociali e hanno descritto una società formata ormai non più secondo il classico schema piramidale, ma costituita come il sistema solare, ovvero da un centro e da numerosi anelli periferici.
Queste periferie altro non sono che le sacche di emarginazione, di esclusione e di debolezza sociale. Esse rappresentano un problema oggigiorno molto sentito, visto che il tessuto sociale è molto più composito rispetto al passato e considerato che si stanno sfilacciando le solide reti familiari che tradizionalmente e gratuitamente offrivano aiuto e assistenza ai soggetti più deboli.
E’ necessario quindi che chi si occupa del bene comune prenda coscienza di queste problematiche e offra delle risposte concrete a chi soffre di solitudine ed esclusione, problematiche aggravate peraltro dalla grave crisi economica che stiamo attraversando.
La risposta deve essere accorta e concreta, orientata innanzitutto ad aiutare e sostenere le famiglie più povere, prime cellule della società, ai cui membri verranno offerti sostegno economico e strumenti adeguati per riscoprire e riassaporare il valore e la serenità di una vita dignitosa.

“Better city, Better Life”

oltre che la speranza di tutti per una vita migliore nelle future città del pianeta…