Negli ultimi mesi nel linguaggio della politica è tornata di grande attualità la questione morale, soprattutto in rapporto a fatti di cronaca che hanno colpito la pubblica opinione sia a livello locale che nazionale per il coinvolgimento di personaggi politici in scandali a sfondo sessuale, logge massoniche, conflitto di interessi, corruzione, malversazione, concussione, mafia e via dicendo.
Di questione morale si era molto parlato anche all’inizio degli anni Novanta quando, a seguito del fenomeno di Tangentopoli venne allo scoperto un sistema di corruzione e malgoverno diffuso a livello nazionale che aveva comportato nel corso degli anni un notevole esborso di risorse pubbliche.
Il debito pubblico all’inizio degli Anni Novanta era stato di oltre il 100% mentre a fine anno 2009 si prevede il picco del 114-115% (il debito pubblico a maggio 2009 ha raggiunto quota 1.752,2 miliardi di euro)!!
Da quanto detto fin qui sorge una domanda: cosa dobbiamo considerare davvero rilevante quando parliamo di questione morale?
Se è pur vero che in questi ultimi mesi le notizie di scandali privati hanno rischiato di oscurare più gravi problemi sociali ed economici, sarebbe opportuno discutere di regole etiche in politica ed economia rendendole operative.
Una citazione di Machiavelli diceva che “la politica è diversa dalla morale”, tuttavia la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tre sfere di azione, ed in concreto e a monte di queste differenziazioni esiste la singola persona umana.
Nell’eterna distinzione tra persone perbene e ”permale”, in questo nostro tempo e così oggi come ieri, i perbene diminuiscono mentre i “permale” crescono, prosperano e comandano.
C’è purtroppo la diffusa convinzione che tutto sia lecito, basta non farsi scoprire. Dall’evasione fiscale alle raccomandazioni, ai concorsi truccati in ogni campo, il senso cinico ha avvolto e logorato il senso civico.
C’è la necessità di un ritorno ad una moralità politica ed economica e a regole rispettate da parte di tutte le “persone perbene”.
Di questione morale si era molto parlato anche all’inizio degli anni Novanta quando, a seguito del fenomeno di Tangentopoli venne allo scoperto un sistema di corruzione e malgoverno diffuso a livello nazionale che aveva comportato nel corso degli anni un notevole esborso di risorse pubbliche.
Il debito pubblico all’inizio degli Anni Novanta era stato di oltre il 100% mentre a fine anno 2009 si prevede il picco del 114-115% (il debito pubblico a maggio 2009 ha raggiunto quota 1.752,2 miliardi di euro)!!
Da quanto detto fin qui sorge una domanda: cosa dobbiamo considerare davvero rilevante quando parliamo di questione morale?
Se è pur vero che in questi ultimi mesi le notizie di scandali privati hanno rischiato di oscurare più gravi problemi sociali ed economici, sarebbe opportuno discutere di regole etiche in politica ed economia rendendole operative.
Una citazione di Machiavelli diceva che “la politica è diversa dalla morale”, tuttavia la distinzione tra etica, politica ed economia distingue tre sfere di azione, ed in concreto e a monte di queste differenziazioni esiste la singola persona umana.
Nell’eterna distinzione tra persone perbene e ”permale”, in questo nostro tempo e così oggi come ieri, i perbene diminuiscono mentre i “permale” crescono, prosperano e comandano.
C’è purtroppo la diffusa convinzione che tutto sia lecito, basta non farsi scoprire. Dall’evasione fiscale alle raccomandazioni, ai concorsi truccati in ogni campo, il senso cinico ha avvolto e logorato il senso civico.
C’è la necessità di un ritorno ad una moralità politica ed economica e a regole rispettate da parte di tutte le “persone perbene”.