giovedì 6 gennaio 2011

Apertura di Napolitano ai giovani

Il valore delle nostre Università pubbliche, la qualità dell’insegnamento, la passione di tanti Docenti e Ricercatori (nonostante le mille difficoltà)  e l’amore per il sapere degli studenti  sono continuamente testimoniati dall’apprezzamento che i nostri Ricercatori riscuotono all’estero, dove, diversamente che in Italia, hanno possibilità di carriera e gratificazioni anche economiche.
La Riforma del Sistema Universitario, arrivata dopo un iter faticoso e burrascoso, accolta da proteste vibranti del mondo studentesco, impoverisce le risorse destinate al pianeta Istruzione, mascherando i tanti tagli sotto l’abito nobile della razionalizzazione.
Le Associazioni degli studenti lamentano nei confronti del Ministro Gelmini la deliberata volontà di non tener conto dei loro pareri e delle loro proposte, delle loro legittime esigenze, del loro diritto che la scuola sia non solo a parole un vero e proprio ascensore sociale.
Ad evitare che lo scollamento tra il Popolo e il Palazzo diventasse drammatico è stato il provvidenziale gesto di apertura del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha ricevuto e ascoltato con rispetto la delegazione degli studenti e ha sottoposto all’attenzione del Governo alcuni punti davvero critici della legge (basti pensare al criterio di territorialità per l’assegnazione delle borse di studio, imposto dalla Lega Nord).
L’incontro tra l’anziano Presidente della Repubblica e i giovani studenti è uno splendido esempio di rispetto dei principi e delle regole democratiche, di incontro tra generazioni in un Paese come il nostro lacerato dai conflitti e diviso tra la generazione dei padri  i cui diritti sono acquisiti e quella dei figli che non hanno tutele e che vivono ormai sulla loro pelle le odierne, moderne forme di sfruttamento (precariato, flessibilità, stipendi da fame, lavoro non retribuito mascherato sotto l’abito nobile degli stage…)
Se il popolo italiano e i giovani in particolare non sente ormai più la vicinanza ad una classe politica gaudente e lontanissima, presa a “farsi gli affari propri”, Napolitano, aprendo le porte del Palazzo ai più giovani e ricordandoli con calore anche nel discorso di Fine Anno, ha dimostrato con saggezza la volontà di ricucire gli strappi e di tendere la mano ad una generazione che sì è nata nel benessere ma che oggi fatica a diventare davvero adulta.
La volontà di ascolto e di apertura del Presidente della Repubblica resta nell’album dei ricordi dell’anno appena trascorso come un soffio di speranza!

Possa l’anno che è appena iniziato donarci ancora qualche speranza di dialogo e cambiamento anche con tutta la classe politica locale che in alcuni enti e qualche rappresentante si sta contraddistinguendo solamente per la mediocrità e l’indifferenza con il quale spesso si attiva per le risoluzioni dei problemi reali della popolazione, decidendo spesso in solitudine e facendo passare per decisioni collettive scelte che nella maggior parte dei casi rappresentano solo una elitaria minoranza.

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